Sunday, March 11, 2007
Ipercalorico VS Ipocalorico
Dall'obesità più dilagante all’estremismo salutista. Dai New Yorchesi da fast food, quelli che prendono l’autobus anche per fare cento metri, agli atleti iper-vitaminizzati che alle 6 del mattino vanno a fare jogging a Central Park, magari mentre si scatena una tempesta, armati solo di Ipod e calzamaglia.
Ci sono un po’ tutti gli estremi a Manhattan, e questo vale per ogni settore. Ma nulla come gli scaffali di un supermarket ti fa capire la logica del “melting pot”, del calderone, di questo crocevia di stili di vita dove tutti gli estremi sono possibili. Come l’eterna lotta tra ipercalorico e ipocalorico: apparentemente, non esiste via di mezzo.

IPERCALORICO: i chocolate chunks. Ovvero, i tondi biscotti della nonna: croccanti, irresistibili, pieni di pezzettoni di cioccolata. Di misure variabili, partono da un diametro di pochi centimetri e arrivano alle misure di un frisbee. Nei film li vendono le ragazzine dei gruppi Scout. Nella realtà sono così “addictive” che andrebbero venduti di notte a Central Park da qualche spacciatore (di colesterolo).

IPOCALORICO: cereali. All natural, low fat, organic. Riportano sulla confezione queste scritte incoraggianti ed evidenziano le poche calorie. Vanno tantissimo, sia per colazione che per uno spuntino fuori pasto, magari nella versione vitaminizzata. Per apprezzarli bisogna essere o molto salutisti o direttamente galline.

IPERCALORICO: le Boston Cream. Chi ha visto almeno una volta i Simpsons le riconosce immediatamente: sono le tonde ciambelle di cui va pazzo Homer. Come se non bastasse la pasta, unta ed oleosa come se venisse dalle vasche di olio per la torta fritta di qualche Festa dell’Unità, c’è anche uno strato di glassa spesso almeno mezzo centimetro fuori e morbida crema pasticcera dentro. D’altronde Homer magro non è.

IPOCALORICO: le bevande “light”. Sono ormai diventate leggendarie le zero calorie della Coca Light. In un paese dove la Pepsi rimane comunque la bibita preferita, non esiste bevanda che non abbia la sua versione “Light”. Nei bar la birra Light (Bud e Corrs soprattutto) supera quasi la birra normale. Ne puoi consumare dieci litri e essere appena un po’ brillo. In Italia la “Drive beer” non pare essere altrettanto apprezzata.

IPERCALORICO: hamburger, buffalo wings, nachos. Un terzetto responsabile di alcune tonnellate di ciccia in eccesso. Scordatevi la striminzita fettina di carne di Mc Donalds: in quasi tutti i “luncheonettes” la carne ha uno spessore di 4-5 centimetri. I buffalo wings, ovvero le ali di pollo, sono servite a secchi. E i nachos sono sì innocue patatine di mais, ma sepolte vive da uno strato impenetrabile di formaggio, salse, guacamole, fagioli e molte altre sostanze non bene identificate.

IPOCALORICO: il sushi. Pare che questa specialità nipponica stia conoscendo una nuova giovinezza. Di ristoranti giapponesi a New York se ne trovano ormai in ogni angolo, a prezzi accessibili, con tanto di take away. Se avete vinto la lotteria, prenotate un tavolo al “Masa”, il ristorante del celebre sushi-chef Masa Takayama: dai 500 agli 800 dollari per una cena, ipocalorica per tutto tranne che per le tasche.
 
posted by staff at 1:22 AM | Permalink |


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