Tuesday, January 30, 2007
New York, New York!
Uno non puo’ dire di aver capito bene il concetto di “escursione termica” finche’ non prova a viaggiare dai 35 gradi del Brasile ai meno 10 di New York. Finche’ non e’ passato in pochi giorni dalle spiagge del Nordeste, dove persino l’oceano pare troppo caldo per essere vero, alla neve di Central Park, dove i bambini delle famiglie borghesi americane giocano con la slitta dietro l’enorme museo Metropolitan.
Il corpo fa quello che puo’ per adeguarsi e, una volta squassato di torno l’inevitabile raffreddore, tutto sommato non la prende neanche troppo male, anche se rimpiange con comprensibili motivazioni l’eterna estate brasiliana.
E’ la mente quella che fa piu’ fatica ad abituarsi. L’escursione termica e’ una barzelletta, in confronto all’escursione culturale.
Ad esempio, si fa fatica a pensare che brasiliani e americani appartengano alla stessa razza (umana).
Se i Brasiliani se la prendono comoda, a New York la gente pare sempre essere di corsa. Un’attesa di cinque minuti per la metropolitana e i passeggeri che aspettano sulla banchina iniziano ad essere impazienti e a dar segni di nervosismo. Una fermata di trenta secondi piu’ lunga del previsto e il conducente deve giustificarsi dicendo che il treno e’ costretto a fermarsi piu’ del dovuto a causa del traffico.
In Brasile fare la coda e’ all’ordine del giorno e i Brasiliani hanno sviluppato una pazienza ammirevole che li porta sorbirsi tempi d’attesa biblici per fare qualsiasi cosa: il cassiere tipo da’ l’impressione di aver visto troppi documentari sul bradipo, animale del resto tutto brasiliano.
A New York il cassiere di turno non fa in tempo ad incassare che gia’ ordina “next!”, e se il next di turno per caso e’ un italiano un po’ imbranato o che (eresia!) non ha la carta di credito con se’, la gente in coda prende a mugugnare e il cassiere alza lo sguardo al cielo in segno di compatimento.
In Brasile se uno passeggia con un lettore di MP3 di quelli che al Centro Torri o al Marco Polo ti tirano dietro per poche decine di euro tutti lo guardano un po’ come un alieno, perche’ in pochi si possono permettere il lusso della musica portatile.
A New York con lo stesso identico lettore ti guardano un po’ come il Toto’ di turno che e’ appena arrivato nella grande citta’ col colbacco e le valigie di cartone, e si aspettano solo che tu dica “Noio volevam savoir l’indiriss...”. Mentre loro, i veri newyorkers, hanno tutti l’Ipod di ultima generazione o almeno il blackberry per controllare la posta anche dal metro e se non c’e’ il segnale giocare a Tetris, in modo da non perdere neanche un minuto.
Ci sono sempre i grattacieli, questo si’. Ma che differenza: da una parte un disordinato affastellarsi di palazzoni costruiti a casaccio qua e la’, e in massima parte o in costruzione o mai terminati o alle soglie della demolizione per manifesto squallore.
Dall’altra la skyline piu’ bella e piu’ famosa del pianeta, una veduta che e’ fin troppo nota anche a chi viene per la prima volta. Tanto che quando si arriva a New York la citta’ sembra quasi finta, che la stessa skyline con l’Empire e il Chrysler Building l’abbiamo gia’ vista in tanti di quei film che a vederla con i nostri occhi sembra solo di vedere un film in piu’.
 
posted by staff at 1:19 AM | Permalink | 0 comments