Tuesday, March 13, 2007
Tette e junk food
Chi si vuole fare un’immersione nella cultura americana “POP” piu’ autentica ha dal 1983 una meta obbligatoria: Hooters, la catena di ristoranti fondata nel 1983, che puo’ oggi contare su 425 succursali in 20 paesi.
Sarebbe sbagliato e incredibilmente riduttivo affermare che Hooters rappresenta la quintessenza dell’americanita’. Di fatto pero’ e’ il posto che meglio condensa tutti gli stereotipi dell’America, dal culto per il corpo (delle ragazze) a quello per le “Buffalo Wings”, dall’esibizione della celebrita’ allo sport piu’ praticato dagli americani: quello di vedere lo sport in televisione.
Il nome, Hooters, e’ gia’ indicativo. Richiama il verso del gufo, che appare anche nel logo del locale, ma in realta’ si riferisce ad una visibile qualita’ delle cameriere: nello slang americano Hooters e’ il seno femminile.
Il sospetto che viene inevitabilmente in mente e’ vigorosamente confermato una volta entrati: le cameriere del locale hanno in comune la giovane eta’, l’avvenenza, il fatto di essere molto prosperose e soprattutto quello di essere decisamente poco vestite. La divisa di Hooters e’ composta da una canottierina disegnata con l’evidente proposito di risparmiare sul cotone e da minishort che fanno sembrare monacale l’abito delle bagnine di “Baywatch”. Le cameriere hanno l’aria di sopportare senza grandi problemi gli sguardi tra il curioso e l’arrapato della clientela prevalentemente maschile del locale: sembra quasi che ne vadano orgogliose. Di fatto, incarnano alla perfezione lo stereotipo della “cheerleader”, con tanti saluti alle femministe che pure in America abbondano, e che devono vedere Hooters come un musulmano vedrebbe un Mc Donalds costruito di fianco alla Mecca.
Alle pareti, cimeli di ogni tipo. Abbondano le foto di “Hooters girls” in posa abbracciate a celebrities piu’ o meno in voga nel variegato e pittoresco panorama dello star system americano. Magliette autografate sono esposte in una sorta di Pantheon dello sport, tra caschi di football americano e mazze di hockey, divise di baseball e improbabili quanto poco convinti richiami al “Soccer”, che in America e’ sentito quanto in Italia il cricket. Alle pareti decine di schermi televisivi si spartiscono equamente le trasmissioni sportive live del momento, dall’incontro di basketball allo sport piu’ in voga del momento, quel Wrestling che anche in Italia riesce ancora a fare milioni di proseliti nonostante il pensionamento di Hulk Hogan e Dan Peterson.
Il menu’ di Hooters e’ semplice e diabolicamente irresistibile: hamburger, steaks, sandwiches, birra a fiumi e soprattutto le “Buffalo Wings”, le gettonatissime ali di pollo, acquistabili in quantita’ mini (10 pezzi), regular (20 pezzi) e “XXL” (un’ “orgia” da 50 pezzi, praticamente un’ecatombe di 25 galline).
Per la clientela “chic” un’offerta imperdibile, una sorta di apoteosi dell’americanata: 20 chicken wings PIU’ una bottiglia di Dom Perignon al ragionevole prezzo di 250 dollari. Se lo sapessero, i Francesi dichiarerebbero guerra agli Stati Uniti.

Insomma, Hooters e’ qualcosa di cosi’ autenticamente americano che persino una donna troverebbe la visita interessante ed istruttiva.
Figuriamoci un uomo.
 
posted by staff at 1:30 AM | Permalink |


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