Friday, March 16, 2007
Watch your step
C’e’ una prima, terribile prova che aspetta tutti quelli che arrivano nella Grande Mela: la subway. Di fatto, solo chi sopravvive all’impatto con la metropolitana di New York puo’ ragionevolmente sperare di arrivare indenne alla fine della vacanza o del soggiorno: in questo senso, viaggiare in subway e’ una delle esperienze piu’ darwiniane che possano capitare ad un turista.
A New York sei milioni di persone usano la metropolitana ogni giorno, il che dovrebbe far credere in una “user experience” tutto sommato a prova di idiota. Invece i primi tentativi sono inevitabilmente fallimentari: ci si aspetta che la metropolitana fermi allo stop successivo e invece ne salta cinque di fila e ci scarica a chilometri da dove dovevamo scendere; si chiedono informazioni sulla linea rossa e la gente nemmeno capisce di cosa si stia parlando; il conducente dice alcune parole in un arcano linguaggio e solo noi non capiamo che, solo per oggi, il treno su cui viaggiamo fara’ un altro percorso lasciandoci dall’altra parte della citta’. Aggiungiamoci che la metropolitana di New York e’ rumorosa, cupa e abbastanza inquietante: che, avendo piu’ di 100 anni, le strutture (e anche i treni) non sono il massimo della modernita’; che, specie nelle ore di punta, le possibilita’ di sedersi sono ridotte e ci si trova a fare viaggi di quaranta minuti in piedi, continuamente sobbalzati dai repentini cambi di traiettoria del treno; che non e’ raro veder passare tra i binari qualche ratto di almeno trenta centimetri. Ne viene fuori uno scenario apocalittico, in cui piuttosto che usare la subway uno preferirebbe percorrere le distanze a nuoto gettandosi nel fiume Hudson.
Invece, occorre solo qualche giorno per capire che la vita a New York non sarebbe possibile senza la metropolitana, che ne e’ il cuore pulsante, capace di muovere ogni giorno milioni di pendolari (commuters) con un’efficienza resa possibile solo da un ingranaggio perfezionatosi poco a poco dal 1904 ad oggi. La dura scuola della subway insegna in breve tempo a prestare la massima attenzione agli incomprensibili annunci dei conducenti, accontentandosi di capire qualche sillaba e di ricostruire il possibile significato; a leggere sempre gli apparentemente inutili fogli A4 affissi lungo le pareti che avvisano dei cambiamenti di percorso; a capire la fondamentale distinzione tra treni “express” e “local”; a metabolizzare il fatto che tutti i treni si chiamano con una lettera o un numero, non col colore; a rassegnarsi al fatto che Manhattan va viaggiata dall’alto al basso e viceversa, e non trasversalmente.
E solo la prima volta che arriverete senza l’aiuto della cartina e senza sbagliare alla fermata a cui volevate davvero arrivare... potrete finalmente sentire il brivido di sentirvi, almeno per un istante, dei veri new yorchesi.
 
posted by staff at 1:25 AM | Permalink |


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