Monday, April 16, 2007
La libertà passando da Ellis Island
Gli Stati Uniti sono una terra di immigrati. Dal 1890 al 1954 Miss Liberty ha assistito all’arrivo nelle acque dell’Hudson di non meno di 20 milioni di immigrati. Quasi tutti venivano dall’Europa, molti dall’Italia: tutti cercavano di fuggire alla miseria dilagante a inizio secolo anche nel nostro paese. Miss Liberty era per loro il simbolo della speranza, e vedere la sua fiaccola da lontano dopo un viaggio in terza classe di piu’ o meno 18 giorni doveva essere un po’ come per gli astronauti toccare il suolo lunare. Ma la loro prima destinazione non era Miss Liberty, ne’ Manhattan: tutti dovevano prima passare da Ellis Island.
Ellis Island e’ una piccola isola dove gli inglesi qualche secolo fa punivano i pirati catturati. Sorge a pochissima distanza da Liberty Island nella baia del fiume Hudson. Quando, a partire dal 1850, cominciarono ad arrivare dall’Europa orientale e meridionale frotte di immigrati che cercavano di migliorare le proprie condizioni di vita attratti dalle opportunita’ offerte dal nuovo mondo, Ellis Island fu adibita a centro di immigrazione. Le sue strutture dovevano accogliere circa 500mila immigrati all’anno. Ne arrivarono il doppio.
E’ facile immaginare le scene a cui andavano incontro queste famiglie, che arrivavano dai paesi piu’ poveri dopo inimmaginabili peregrinazioni marittime, senza denaro e senza conoscere una parola di inglese. Con la valigia di cartone in mano e il vestito della festa (l’unico) addosso per fare bella figura con gli ufficiali americani che, concedendo o meno il visto, avrebbero deciso la vita o la morte di una persona o di un’intera famiglia. L’America aveva comunque bisogno di lavoratori: per questo pare che solo un 2% degli arrivati fosse respinto, a causa soprattutto di malattie.
Il centro di accoglienza di Ellis Island ha chiuso i battenti nel 1954; nel 1990 e’ stato riaperto come “Museo dell’immigrazione” e oggi ospita foto, oggetti, testimonianze dirette degli immigrati che vi transitarono decenni fa. Le persone che, con le loro mani, costruirono l’America: e’ stato calcolato che almeno il 40% degli americani di oggi abbia qualche parente che sia transitato per Ellis Island.
E’ emozionante passare nei locali dove il proprio bisnonno quasi un secolo fa fece una coda di cinque ore per sostenere un esame fisico di circa 8 secondi (tanto durava in media l’esame per gli “aspiranti americani”). E’ illuminante scoprire che nei quotidiani di allora si svolgevano gli stessi dibattiti pro e contro l’immigrazione, con le argomentazioni che ancora oggi si sentono ripetere a proposito di frontiere chiuse, lavoro nero, criminalita’, sovrappopolazione, mancanza di risorse eccetera.
Ed e’ consolante scoprire come un fenomeno che cento anni fa veniva visto come un fattore di degrado per le magnifiche sorti del continente americano si sia trasformato, a conti fatti, nella sua piu’ grande ricchezza.

***

Esistono alcuni miti su Ellis Island che vengono ripetuti da generazioni ma che sono assolutamente falsi. Ad esempio, ne’ Albert Einstein ne’ Fiorello La Guardia passarono da Ellis Island. E’ vero invece che vi passarono celebrita’ come Isaac Asimov e Bob Hope. Dalle parti di casa nostra, un italiano che si fece onore fu Chef Boyardee, all’anagrafe Ettore Boiardi, che parti’ da Piacenza nel 1914 e fu per decenni uno dei cuochi piu’ celebrati d’America. Non dimenticando le sue origini, Chef Boyardee passo’ gli ultimi anni della sua vita in Ohio, in una citta’ chiamata... Parma.
 
posted by staff at 1:36 AM | Permalink |


0 Comments: